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Mostra virtuale Trame di Cittadinanze

 

LA NARRAZIONE ON LINE DEI GIOVANI CONTRO L’HATE SPEECH
a cura di PROGETTO DOMANI: CULTURA E SOLIDARIETÀ e
Centro Studi e Ricerche IDOS Cooperativa

 

#Iorestoacasa e visito la mostra “Trame di Cittadinanze” contro l’odio e contro le discriminazioni razziali per una società più solidale e forte.

 

La Mostra è composta dalle opere multimediali dei giovani di età compresa tra i 14 ai 35 anni che hanno scelto di partecipare alla campagna contro l’uso degli hate speech nell’ambito della XVI Settimana di azione contro il razzismo promossa da UNAR (16-22 marzo 2020).

 

Dal 21 marzo 2020, XVI Giornata Mondiale contro il Razzismo, stiamo promuovendo la Mostra virtuale anche sui nostri canali social con l’hashtag ufficiale #maipiurazzismo

 

il progetto “Differenze al cubo: l’intreccio complesso delle differenze”
approvato e cofinanziato da UNAR è terminato il 31 ottobre 2020

Vai a CAMPAGNE →

Diritto Umano N. 5 Nessuna Tortura
Aggiungi un posto a tavola
Essere Grigi
Fiori D'Argento
Libertà In Movimento
L'Invisibile
L'Ascolto
Quando il Mondo Gioca Insieme
Usa il tuo Sorriso Per Cambiare il Mondo
Però Sono tutti Diamanti
DUDU
La Fratellanza
Il Razzismo è un Crimine
Erasmus + “Media Transformers”
Erasmus + “Media Transformers”
Anche se più Silenziosi, ci sono
La Nostra Patria e i Nostri Stranieri
La Nostra Ricchezza
Apprezzare le Differenze
Fratellanza Universale
#hatespeech
Sorriso
Voglio allontanarmi...
Prima Sei Visto Cosi
Dove Integrati Vorremmo Essere Restiamo Separati In Tacita Assenza
Lamento dell'Esule
Stop al Razzismo
#violenzaculturale
#violenzastrutturale
Tutti Uguali o Tutti Diversi?
BARISPETTA

Diritto Umano N. 5 Nessuna Tortura

 

 

 

Attraverso il video, ribadiamo che nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti, così come sancito dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani nel sistema delle Nazioni Unite. 

Autori: Gabriel D’Alba, Giulia Benevento, Antonia Capovello, Anna Dominici, Anita Rebecca Fiore, Luigi Pio Francesco Oranges e Valeria Capillupo, gruppo Erasmus+ PRO.DO.C.S., Portogallo

Aggiungi un posto a tavola

 

 

FOTO_1_UNAR_Vasto


Il lavoro realizzato descrive un pranzo in cui quattro persone di diversa lingua, cultura e religione, si scambiano i piatti tipici del Paese di origine. Attraverso questa campagna vogliamo affermare che c’è posto per tutti, sia a tavola che nella nostra vita quotidiana.

Autore: Classe 3 A_GEC, ITSET F. PALIZZI, Vasto (CH)

Essere Grigi

 

 


Mio padre e tuo padre combattono continuamente, mentre giochiamo a nascondino nel cortile di casa. 

La tua pelle è come le nuvole e la mia come la notte. Tuttavia, siamo entrambi bravi a giocare la palla. 

Tuo papà ti dice sempre di stare lontano da me, sostenendo che io sia una persona malvagia. 

Mia mamma mi dice sempre di starti lontano, insistendo sul fatto che il tuo cuore sia corrotto. 

Ciò che credo è che alla fine della giornata, siamo tutti esseri grigi.

Isabela Osorio, 16 anni, Envigado

Autore: Marta Michelini, Colombia

Fiori D'Argento

 

 


La monotonia quotidiana è attraversata da un ricordo che arriva dalla città di piombo, dove anche il più piccolo fiore era un tesoro, ma allo stesso tempo, appassito dalla violenza.

Viviamo accompagnati da un'ombra che ci fa diffidare anche della più piccola formica.

Ma siamo qui, nel nostro piccolo fiore d'argento, vivendo, creando nuovi ricordi, nuove verità e un futuro in cui il passato è solo un brutto ricordo.

Isabella Mina, 12 anni, Medellin

Autore: Marta Michelini, Colombia

Libertà In Movimento

 

 

È un invito questo, alla lotta
parole contro la gente bigotta.


Un racconto di gesti epocali,
di donne e di uomini essenziali,
di azioni e imprese potenti,
di cambi e di combattenti.


Dall’Europa agli Stati Uniti,
attraversando l’Africa ed i suoi miti,
tra conflitti locali e guerre mondiali,
passando per rivoluzioni civili e universali.


È il ricordo di storie straordinarie,
di persone che sono state necessarie.


Nelson Mandela ha lottato
e non si è mai fermato;
Nelson Mandela ha vinto
e il suo pensiero non si è estinto.
Una vita tra politica e prigione
senza mai perdere la ragione;
una vita per l’uguaglianza
che dev’essere realtà e non circostanza.
Contro ogni divisione fisica o mentale,
contro ogni arcaico sistema sociale,
contro ogni politica segregazionista,
contro ogni preconcetto razzista.
Una vita coraggiosa e ribelle:
per un colore, per la propria pelle.

Qualcuno lo ha urlato,
qualcuno lo ha cantato,
Bob Marley ci ha fatto una canzone,
Haillè Selassiè un discorso alla nazione.
Quest’ultimo disse – parafrasando -
di evitare una filosofia del danno,
di scartare l’ideale diffamatore
per cui esiste una razza superiore,
di aspettare un preciso momento
per dare fine all’umano tormento.
Perché fino a che il colore della pelle,
dei nostri pigmenti, delle particelle,
sarà più importante di quello degli occhi
fino ad allora saremo degli sciocchi,
fino ad allora saremo in guerra
distruggendo la diversità della nostra Terra.


Ma le parole spesso non sono abbastanza:
servono anche gesti di riluttanza,
servono azioni che abbiano un peso
senza violenza e dal significato esteso.


Rosa Parks di questo era convinta
e alla gerarchia razziale non la diede vinta.

 

Una storia passata, ma attuale
una storia per non dimenticare,
un atto di coraggio e resistenza
un atto piccolo, ma di enorme incidenza.
Ella decise di non abbandonare
il posto dove voleva stare
su quell’autobus non lasciò il sedile
perché era un suo diritto civile.
Lottava contro un’assurda divisione,
contro un sistema di segregazione.


Lo stesso fece un famoso pastore
un vero e proprio obbiettore.
Martin Luther King era il suo nome
e oggi ce lo ricordiamo eccome.
Quello che a volte invece scompare
è ciò che lo portò a lottare:
Giustizia, Tolleranza, Condivisione
non odio e manipolata percezione,
non pregiudizi e discriminazioni
che oggi rivediamo in molteplici situazioni.
Egli aveva un sogno ed era il suo motto
un mondo sano e non corrotto,
un mondo libero ed eguale
senza alcuna categoria razziale.


Cambiano le epoche ed i contesti,
ma gli errori sono sempre gli stessi.
Solo la memoria può aiutare
a ricordare, a non sbagliare.
Primo Levi ce lo racconta,
un terrore che mai tramonta.

Egli non era nero, ma era ebreo
e dell’umana crudeltà visse l’apogeo.
Una testimonianza di pochi anni fa
di morte e di scellerate atrocità.
Egli lo dice forte e chiaro
con in bocca ancora l’amaro:
- Non dimenticate, per favore,
non dimenticate quell’orrore.


E oggi ancora siamo a giudicare
decidiamo la vita di chi viene dal mare,
chiudiamo o apriamo la nostra porta
a seconda del vento che ci importa.
Ma anche io come il pastore Luter King
Sono qui a guardare and I have a Dream
Niente colore, razza o religione
lotto per tutti, per l’integrazione.
Niente muri o forzato indottrinamento
Quello che siamo è libertà in movimento.


Autore: Riccardo Toso, Colombia

L'Invisibile

 

 


Il miglior modo per distruggere il ponte tra il visibile e l’invisibile consiste nel tentare di spiegare le emozioni (BRIDA)

Autore: Melisa Agostino Ninone, Colombia

L'Ascolto

 

 


Siamo querce che si sono fatte salici. Allo scontro abbiamo preferito l’ascolto. Al soccombere la linfa vitale che porta al rinascere. (cit.)

Autore: Melisa Agostino Ninone, Colombia

Quando il Mondo Gioca Insieme

 

 


La foto è stata scattata presso l'Ong Mo.C.I. -MOVIMENTO COOPERAZIONE INTERNAZIONALE- nell'ambito delle attività socio-ricreative e di sostegno allo studio per ragazzi stranieri e/o indigenti della città di Cosenza.

Autore: Valeria Capillupo, Cosenza

Usa il tuo Sorriso Per Cambiare il Mondo

 

 


Usa il tuo sorriso per cambiare il mondo

Il collage di foto rappresenta un semplice ma significativo sorriso di persone che, pur avendo un'età e una provenienza diversa, comunicano la stessa emozione.

Citando Marguerite di Blessington: I pregiudizi sono le catene forgiate dall’ignoranza per tenere separati gli uomini.

Autori: Stella Ben Salem, Alessia Petrelli, Luca Fraticelli, Torri in Sabina (RI)

Però Sono tutti Diamanti

 

 


Nella società odierna viviamo tristi paradossi. I diamanti sono considerati preziosissimi, a prescindere dal colore; agli esseri umani, invece, viene riconosciuto un valore diverso a seconda del colore e della provenienza.

Autori: Gabriel D'Alba, Anna Dominici, Marta Valenti, 5D Liceo Regina Margherita, Palermo

DUDU

 

 


"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed uguali, in dignità e diritti..."

Art. 1 Dichiarazione Universale dei Diritti Umani

Autori: Gabriel D'Alba, Anna Dominici, Marta Valenti, 5D Liceo Regina Margherita, Palermo

LA FRATELLANZA

 

 


"Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli"

Martin Luther King

Autore: Classe 4 A_GEC, ITSET F. PALIZZI, Vasto (CH)

Il Razzismo è un Crimine

 

 


Non esiste la razza, esiste il razzismo ed è un crimine da combattere

Autore: Giulia Benevento, 4A Liceo Classico “San Nilo”, Rossano (CS)

Erasmus + "Media Transformers"

 

 


Il materiale è stato prodotto durante il progetto Erasmus+ “Media Transformers” in cui giovani da Italia, Spagna, Grecia, Armenia, Ucraina e Georgia hanno condiviso le loro esperienze vissute riguardo il linguaggio dell’odio sui social.

Autore: Associazione Nous, Ucraina.

Erasmus + "Media Transformers"

 

 


Il materiale è stato prodotto durante il progetto Erasmus+ “Media Transformers” in cui giovani da Italia, Spagna, Grecia, Armenia, Ucraina e Georgia hanno condiviso le loro esperienze vissute riguardo il linguaggio dell’odio sui social.

Autore: Associazione Nous, Ucraina.

Anche se più Silenziosi, ci sono

 

 


Lei è Sofia. Non sa ancora camminare ed a mala pena farfuglia una sua personalissima lingua. Se non per quei suoi profondissimi occhi neri, una bimba come tantissime altre. Un altro particolare rende Sofia “diversa” però da queste parti. Lei non è nata in questo paese, non è colombiana. A neanche un anno d’età, Sofia ha già dovuto cambiare paese, sfuggire da un Venezuela preda di una disastrosa crisi economica ed umanitaria, in cui giorno dopo giorno sempre più persone sono costrette alla fame, alla mancanza di cure mediche ed all’emarginazione.

Sembrerà strano ai saltimbanchi del potere ed ai loro seguaci della ricca fortezza Europa, ma la migrazione di uomini, donne e bambini (come Sofia) sta avvenendo ed è sempre avvenuta in tutto il pianeta. Paradossale come in un pianeta in cui milioni di tonnellate di merci e miliardi di capitali viaggino da un paese ad un altro, ogni giorno, in cui catene fast-food americane ammorbino l’area di Firenze, tessuti cinesi ricavati da cotone bengalese ricoprono le pelli d’Europa e d’Africa, dove la plastica monouso indonesiana si riversi sulle spiagge dell’America latina, paradossale che ci si stupisca che gli esseri umani abbiano la necessità o siano obbligati a spostarsi attraverso le frontiere politiche delle nazioni.

In un pianeta così profondamente interconnesso non è umanamente, politicamente e tecnicamente possibile fermare le masse di migliaia e migliaia di esseri umani in movimento, mossi dalla paura o dalla speranza. Possiamo solo gestire tali flussi, renderli sicuri, fonte di prosperità, strumento di mutua crescita. Questo, e in fondo lo capisce anche Sofia, non è un’opinione, ma la realtà con cui dobbiamo confrontarci.

Una cosa mi ha colpito profondamente qui, in uno dei barrios più poveri di Medellin: la solidarietà e la naturalezza nell’offrire aiuto ad un popolo fratello e bisognoso. Non è la crisi economica, la precarietà, la mancanza di risorse che generano la chiusura, la xenofobia e vergognosi partiti e movimenti “politici”. Sono la paura e l’egoismo a generarli. La Colombia, un paese alle prese con povertà, criminalità organizzata violenta e radicata, lotta armata e difficoltà di ogni tipo, ha concesso la cittadinanza a migliaia di bambini venezuelani per sottrarli all’insicurezza e al rischio di emarginazione e tratta, ha aperto le porte ad un popolo in difficoltà.

Mi chiedo come una nazione industrializzata, ricca e matura come l’Italia, un continente prospero come l’Europa possa ancora rischiare di restare per sempre nel lato oscuro e codardo della Storia. Mi chiedo se fra qualche decennio noi del primo mondo potremo esser capaci di guardare negli innocenti e profondi occhi di Sofia senza provare vergogna.

Autore: Giulio Porrovecchio, Colombia

La Nostra Patria e i Nostri Stranieri

 

 


"Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni son la mia Patria, gli altri miei stranieri." Lorenzo Milani

Autori: Flavia Marrollo, Rita Villamagna, Claudia Morjane, Costanza Ventrella, Vasto (CH)

La Nostra Ricchezza

 

 


Attraverso la foto abbiamo voluto raccontare l’amore immenso che ci dona ogni giorno la nostra amica Alessandra, che ci ha insegnato il vero senso dell’unione e dell’inclusione.

Autori: Ludovica Di Giacomo, Anna Ciccarelli, Vasto (CH)

Apprezzare le Differenze

 


"Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra".
Margherita Hack

Autori: Classe 5 B RIM -Relazioni internazionali per il marketing- ITSET F. PALIZZI, Vasto (CH)

Fratellanza Universale

 


"Dobbiamo imparare a vivere insieme come fratelli o periremo insieme come stolti".
Martin Luther King

Autore: Luigi Pio Francesco Oranges, Classe 5C, Liceo Scientifico “Corigliano-Rossano”, Rossano

#hatespeech

 


Il mio nome è Marco Saolini, sono un ragazzo di 22 anni e vengo da Roma, e sono uno studente al secondo anno del corso di Illustrazione, alla Scuola Internazionale di Comics.
Ho deciso di candidarmi e partecipare a questo progetto per raccontare un po’ la mia storia e aiutare altri ragazzi, che vivono ingiustamente emarginati ogni giorno. Il tema dell’ “hate speech” infatti mi riguarda in prima persona: avevo 14 anni quando al liceo venivo costantemente preso in giro, dai miei compagni, a causa del mio colore della pelle e per il fatto che fossi stato adottato. Sono stati anni pesanti, e per anni ho cercato di reprimere tutto quell’odio dentro di me, come se fosse una colpa mia. Crescendo però mi sono reso conto che non ero io in torto, e anche grazie al disegno, ho imparato ad andare avanti e ad affrontare senza paura l’ignoranza della gente. Ora non sono più arrabbiato e rancoroso verso quei ragazzi, mi sono convinto che non fossero davvero cattivi, e che quelle parole non fossero davvero le loro, ma che le avessero udite a casa, e che le ripetessero come pappagalli, senza comprenderle a pieno.
Questa è la mia storia, e ho voglia di raccontarla perché nessuno si possa sentire più solo e inadatto, in un periodo storico in cui si respira odio, e in cui basta essere un po’ più scuri per essere trattati come immondizia.

Autore: Marco Saolini, Sarteano (SI)

Sorriso

 


Il mio contributo è una foto scattata due estati fa. Rappresenta degli abitanti del Madagascar che risalgono il fiume su una barca, sotto il solo cocente, senza preoccuparsi di potersi scottare perché abituati. Ciò che mi ha colpito è il sorriso sempre presente sul loro viso nonostante la povertà che si portano dietro, e la loro voglia di vivere al meglio il poco che hanno senza sprecare un momento, cosa che chi come noi, è nato in un paese più fortunato, sottovaluta sempre. Essere capaci di godere del poco che si ha, senza lamentarsi perché si vuole costantemente ciò che non si ha, è una delle qualità che, a coloro che nascono in paesi sviluppati, manca totalmente, perché siamo abituati a non accontentarci mai, che può essere al contempo una cosa negativa, perché non sappiamo apprezzare ciò che abbiamo, ma anche positiva, perché puntiamo sempre più in alto, a raggiungere i nostri obiettivi, cosa che per coloro che vivono in paesi sottosviluppati è difficile.

Autore: Elena Leodori, Madagascar

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FOTO_21c_UNAR

 

Autore: Daniele Riboli

Prima Sei Visto Così

 

Prima sei visto così:

 lontano,

 distante.

 Poi sei allontanato e tenuto a distanza.

 Ed è proprio in quei momenti di separazione forzata,

 in quell’essere tenuti nell’ombra, offuscati e definiti dall’esterno,

 senza essere veramente ascoltati, “vissuti”,

 che non si comprende come privarsi della luce che ognuno può portare,

 condanni tutti ad un buio più intenso.

Ogni persona ha qualcosa da offrire all’altro per il fatto stesso di essere una persona. Vivere in un contesto multiculturale, che superi razzismo e discriminazione, richiede uno sforzo per fare quei primi passi che riducano le distanze. Distanza non solo fisiche, ma culturali, valoriali, ecc. Richiede di essere disposti a mettersi da parte abbastanza da poter ascoltare l’altro e vedere “la luce” che un confronto potrebbe portare. Comporta accettare di non sapere cosa sia meglio o giusto, comporta incontrarsi diventando insieme e singolarmente qualcosa di nuovo e, potenzialmente, più luminoso.

Autore: Angelica Ngo Ndjock, Roma

Dove Integrati Vorremmo Essere Restiamo Separati In Tacita Assenza

 

 

Dove Integrati Vorremmo Essere Restiamo Separati In Tacita Assenza è l’elaborato che presentiamo al fine di sottolineare come l’indifferenza nei confronti di chi è più sfortunato lacera il mondo creando atteggiamenti e discorsi di profondo odio nei confronti degli stessi. La differenza dunque è vista non come risorsa, ma come motivo di scontro e viene esaltata per separare e non unire. È così che vediamo si crea l’emarginazione di un barbone che vive in strada, di un ragazzo che dall’Africa è venuto o di chiunque altro è diverso da noi. La diversità ci apre all’ignoto e ci fa paura perché mette in discussione ciò che è per noi fuori discussione. Il problema sta in noi, perché siamo noi che creiamo odio e quando cerchiamo di lottare per evitarlo non facciamo altro che parlare e basta senza agire. Agire è la parola chiave e come disse Martin Luther King: “Può darsi che non siate responsabili per la situazione in cui vi trovate. Ma lo diventerete se non fate nulla per cambiarla”.

Autori: Golino Emanuele, Grasso Cristinarosaria e Musmeci Erica, Catania

Lamento dell'Esule

 

 

“Lamento dell’esule” nasce da una riflessione sull’incontro delle voci degli esuli del passato con gli esuli del presente. Nella letteratura e nella storia abbiamo ancora esempi di voci che ci parlano e ci interrogano, perché nessuno sia più discriminato e le voci di tutti vengano ascoltate.

Autori: Classe 5 F, LICEO CLASSICO AUGUSTO, Roma

Stop al Razzismo!

 

 

Con frasi essenziali si è voluto esprimere da un lato la complessità della minaccia rappresentata dal razzismo e dalla discriminazione contro il “diverso” dall’altro la ricchezza della diversità e del dialogo tra genitori e figli per educare e educarsi con coraggio alla tolleranza e alla fraternità.

Autori: Elisa Lo Presti e Tommaso Zito, Classe 3 DE, ISTITUTO ALBERGHIERO PIETRO PIAZZA, Palermo

#violenzaculturale

 

 

Storicamente, i momenti di crisi sono il terreno fertile per l’insorgere dell’intolleranza e dell’osticismo. Come dimostra l’insorgere del Corona Virus in occidente, i primi a farne le spese sono spesso le minoranze. Alla ricerca di un nuovo canale per poter raccontare le storie verosimili di donne e uomini vittime della paura delle masse, abbiamo immaginato di narrarle tramite delle conversazioni whatsapp. Tre diverse chat per poter declinare le tre tipologie di violenze descritte da John Galtung nel suo famoso triangolo: la violenza diretta, quella fisica e più visibile; la violenza culturale, dove si giustifica attraverso la cultura un comporamento nocivo al prossimo quale il razzismo; la violenza strutturale, una forma di violenza sottile e spesso complessa da identificare insita nel progetto organizzativo di istituzioni e sistemi gerarchici.

La storia di Ale si intreccia con un reticolato ben più complesso di vite, atti ed eventi, che in una situazione d’instabilità politica e sociale possono esplodere in un turbine di egoismo ed incomprensione. E la storia dimostra che questo turbine, in realtà, è paradossalmente quanto di più “egalitario” e contradditorio allo stesso tempo esista; un giorno viene alimentato da un gruppo, da un popolo, l’altro vi ci si ritorce contro. Nel razzismo e nell’intolleranza non ci sono infatti vincitori o perdenti, ma solo circoli viziosi; e se oggi tocca a me, domani, probabilmente, toccherà a te.

Autori: Marika Zirham e Tiziano Peccia, Francia

#violenzastrutturale

 

 

Storicamente, i momenti di crisi sono il terreno fertile per l’insorgere dell’intolleranza e dell’osticismo. Come dimostra l’insorgere del Corona Virus in occidente, i primi a farne le spese sono spesso le minoranze. Alla ricerca di un nuovo canale per poter raccontare le storie verosimili di donne e uomini vittime della paura delle masse, abbiamo immaginato di narrarle tramite delle conversazioni whatsapp. Tre diverse chat per poter declinare le tre tipologie di violenze descritte da John Galtung nel suo famoso triangolo: la violenza diretta, quella fisica e più visibile; la violenza culturale, dove si giustifica attraverso la cultura un comporamento nocivo al prossimo quale il razzismo; la violenza strutturale, una forma di violenza sottile e spesso complessa da identificare insita nel progetto organizzativo di istituzioni e sistemi gerarchici.

La storia di Mehdi si intreccia con un reticolato ben più complesso di vite, atti ed eventi, che in una situazione d’instabilità politica e sociale possono esplodere in un turbine di egoismo ed incomprensione. E la storia dimostra che questo turbine, in realtà, è paradossalmente quanto di più “egalitario” e contradditorio allo stesso tempo esista; un giorno viene alimentato da un gruppo, da un popolo, l’altro vi ci si ritorce contro. Nel razzismo e nell’intolleranza non ci sono infatti vincitori o perdenti, ma solo circoli viziosi; e se oggi tocca a me, domani, probabilmente, toccherà a te.

Autori: Marika Zirham e Tiziano Peccia, Francia

Tutti Uguali o Tutti Diversi?

 

 

In questo video la mia intenzione è quella di sottolineare l’importanza di preservare l’uguaglianza tra i popoli, come anche le differenze. La cultura opera come elemento di mediazione tra questi due concetti così diversi ma in relazione tra loro. Tramite la cultura è possibile scoprirsi simili proprio a partire dalle differenze. Il ruolo dell’educazione dovrebbe essere, secondo me, quello di evitare che la “paura liquida” possa diffondersi; questo attraverso programmi di intervento mirati alla conoscenza. Ciò che non conosciamo ci fa più paura, è vero, ed è proprio da questa paura che bisogna partire… bisogna ristrutturarla.

Autori: Valeria Denaro, Catania

BARISPETTA

 


Il contributo fotografico illustra parte di un laboratorio partecipativo incentrato sul fenomeno della “radicalizzazione” con lo scopo di accrescere il senso critico e prevenire il consolidamento di estremismi, di ogni forma e in ogni contesto.
Istituto De Marinis, Carbonara (BA) - Classi 1A, 1B, 2A, 2B, 2C, 2D
Istituto Imbriani, Maddonella (BA) - Classi 1C, 1D, 1E

Autore: Virginia Pansini e Regina Valenzano - BARISPETTA www.facebook.com/barispetta e www.instagram.com/barispetta, Bari