Creazione di una Rete Integrata di Centri per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia
in partenariato con il Municipio di Chisinau e la associazione locale CCAF che gestisce l’omonimo Centro per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia CCAF – Centrul pentru Copilarie Adolescenta si Familie
Al CCAF si realizzano attività di doposcuola artistiche e teatrali, e di orientamento psico-sociale, in particolare: corsi/laboratori di tipo artistico, linguistico, sanitario, psicologico, educativo, espressivo, teatrale con l’impiego di specialisti e docenti.
Le attività sono tutte rivolte a mantenere vitali i luoghi di accoglienza dei minori per la tutela dei loro diritti, quali i Centri di accoglienza e di servizi, le Case di Cultura e le Biblioteche, spesso unici centri della vita sociale dei piccoli paesi, offrendo ai minori coinvolti l’opportunità di lavorare a fianco di attori professionisti e di socializzare tra bambini provenienti da diverse zone.
Altre attività sono rivolte a mantenere aperte le 7 Sale gioco attivate nei tre Ospedali Pediatrici durante il progetto promosso negli anni passati.
Inoltre, nella misura delle diverse richieste, si pianificano corsi e iniziative culturali all’interno dei vari Centri aperti nelle zone rurali.
Questo follow up sta contribuendo a potenziare le capacità istituzionali locali nei confronti del recupero e sostegno di minori e giovani che vivono in situazioni di grave disagio sociale, spesso con un genitore emigrato in altri paesi europei per lavoro.
I Centri, così come sono stati concepiti, sono diventati luogo di riferimento e di filtro per le famiglie che vivono in situazione di disagio e che faticano a relazionarsi con le istituzioni.
Gli Obiettivi sono sempre quelli di contribuire ad affermare:
* i diritti di cittadinanza dei bambini attraverso la loro crescita personale come cittadini e delle famiglie a svantaggio sociale
* la formazione degli operatori da coinvolgere in attività mirate con il profilo della nuova figura professionale dell’Operatore socioeducativo per l’infanzia l’adolescenza e la famiglia
* il coinvolgimento delle famiglie dei minori beneficiari con i loro codici teorici e culturali che giocano un ruolo fondamentale nel sistema di valutazione delle situazioni di bambini e adolescenti che frequentano il CCAF. Sono coinvolte a vario titolo con corsi, seminari e feste anche nei 6 Centri di Servizi per l’Infanzia e nelle 7 Sale gioco degli Ospedali dove si è intervenuti con i precedenti progetti.
AID n.8445 dal 2008 al 2011
in partnership con il Comune di Chisinau, Balti, Criuleni, Falesti,
i paesi di Pitusca, Sestaci, Camenca, Ciobalaccia,
le Direzioni degli Ospedali Ignatenco e Mame si Copii di Chisinau più la Direzione dell’Ospedale Provinciale Nisporeni.
La complessità del progetto e la diversificazione degli attori in gioco nelle diverse parti della Moldova hanno sottolineato l’impatto positivo dei risultati dal punto di vista sociale e culturale.
La creazione di una rete di servizi omogenei a favore dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia con un numero considerevole di beneficiari, ha avviato un’azione di cambiamento nella società moldava che è andata ben oltre gli obiettivi del progetto.
L’effetto di autoriproducibilità raggiunto con la messa in rete a livello nazionale dei Centri costituiti dal progetto ha moltiplicato i fattori di crescita culturale e sociale, valorizzando i già altissimi potenziali della cultura moldava, sia in termini di valorizzazione delle tradizioni e dell’identità, sia in termini di catalizzazione di processi creativi e di rinnovamento.
Il primo risultato è stato quello di introdurre in Moldova una nuova figura professionale – Operatore socioeducativo per l’infanzia l’adolescenza e la famiglia – che è andata ad aggiungersi alle tradizionali figure legate a professioni tradizionali come lo psicologo, l’assistente sociale, l’educatore, abbinando strategicamente nuove competenze a nuovi servizi attivati.
Il percorso formativo, propedeutico all’apertura dei Centri, ha visto il coinvolgimento e la valorizzazione di risorse locali importanti quali Università Pedagogica Creanga, Università Statale di Assistenza sociale, Istituto Statale di Educazione fisica e Sport, Università di Belle Arti e Università di Medicina e Teatro Nazionale Eminescu. Al percorso formativo sono seguiti l’inserimento lavorativo di 18 operatori e, dopo la chiusura del progetto, l’assunzione dei medesimi da parte delle istituzioni controparti.
Il secondo risultato è stato quello dell’apertura di 6 Centri per l’Infanzia l’Adolescenza e la famiglia nelle località rurali di Pitusca, Criuleni, Ciobalaccia, Falesti, Camenca e Sestaci con ristrutturazione locali, fornitura di arredi e attrezzature didattiche, e l’attivazione di 7 Sale Gioco all’interno di 3 Ospedali Pediatrici (due nella capitale Chisinau e uno nella cittadina di campagna Nisporeni).
Il consenso che si è sviluppato intorno a questi nuovi servizi è dipeso dall’aver offerto risposte in più direzioni, tanto che la percezione sociale che ancora si ha di essi è quella di luoghi “buoni” per la crescita dei minori, spazi accoglienti per la coppia genitore-bambino, sedi che offrono occasioni di sostegno reciproco tra adulti, in cui condividere l’esperienza della genitorialità.
I Centri per l’infanzia l’adolescenza e la famiglia hanno rappresentato, grazie alla miriade di corsi e laboratori rivolti alle famiglie, sedi socialmente rilevanti sia per la crescita e la diffusione di una più matura cultura dell’infanzia, sia per l’elaborazione comune di temi importanti (la nascita, il come si diventa genitori, il ruolo paterno, la condivisione delle responsabilità tra padri e madri, i modi di crescere i bambini nelle diverse culture) diventando un luogo di efficace sostegno individuale, dove scambiarsi esperienze e rinforzarsi reciprocamente tra donne, luoghi dove trovare adeguata informazione sanitaria per la prevenzione di diverse patologie.
L’obiettivo generale “Garantire ai bambini residenti nelle campagne e ai bambini ospedalizzati il diritto al gioco e all’educazione, nel rispetto della loro piena identità individuale e sociale e il diritto delle famiglie ad una corretta informazione, prevenzione ed educazione alla salute” era stato formulato alla luce della Convenzione ONU del 1989 sui Diritti dell’infanzia grazie alla quale si offriva occasione e stimolo a perseguire i suoi obiettivi all’interno di qualsiasi Stato, quindi anche in Moldova, riconoscendo ai bambini in quanto tali e in quanto cittadini del mondo, i valori impliciti che i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza rivendicano, gli obiettivi relativi alla protezione di cui i bambini e i ragazzi che si trovano in condizioni particolarmente difficili – di miseria materiale, sfruttamento sessuale o povertà culturale – necessitano, sollecitando interventi che possano facilitare il pieno godimento dei loro diritti; e infine, quelli che riguardano tutte le iniziative e i servizi che devono essere predisposti per il recupero, psicologico e fisico, dei bambini che hanno subito un abuso, che hanno visto violare i propri diritti.
Da questo punto di vista l’impatto delle attività del progetto sul target di fasce sociali di minori residenti nelle zone rurali e/o di minori degenti è stato straordinariamente efficace, a tal punto da meritare non solo il ringraziamento di utenti, famiglie e controparti ma anche da parte del Ministro alla Protezione Sociale.
In una struttura diversa dalla scuola, l’azione educativa si presenta come un obiettivo più complesso per l’alto grado di coinvolgimento cui è sottoposto chi ha il compito di interagire quotidianamente con un’utenza di cui vive il percorso formativo nella sua totalità.
Gli operatori impiegati nei Centri non sono chiamati solo a intervenire nell’area dello sviluppo cognitivo stimolando i processi di apprendimento mentale, ma anche a rappresentare ruoli e funzioni che supportino la domanda psicoaffettiva di rassicurazione, interazione e controllo svolta dal sistema parentale, soprattutto per gli utenti con ambienti familiari problematici.
Il Centro si è trovato quindi ad affrontare gli eventi molteplici che connotano la crescita personale del minore, eventi che, organizzati e pianificati, si trasformano in attività che hanno come obiettivo non solo i processi di apprendimento ma anche quelli di socializzazione e crescita culturale.
AID n.7328 dal 2003 al 2007 in partnership con il Comune di Chisinau
Il progetto ha sviluppato le proprie strategie d’intervento ricercando sul territorio, e più in particolare nel quartiere di riferimento, risorse e sinergie nei diversi ambiti educativi, sociali e sanitari, rendendo stabile e visibile il primo e unico Centro per l’infanzia l’adolescenza e la famiglia (CCAF, Centrul pentru Copilarie Adolescenta si Familie) di tutta la Moldova.
I programmi realizzati dal CCAF hanno contribuito a riaffermare quei diritti di cittadinanza dei bambini e delle famiglie che spesso rimangono solo buoni propositi senza attecchire efficacemente nei fatti.
Un elemento di forte riflessione alla quale il CCAF ha sensibilizzato l’opinione pubblica locale è stato la valorizzazione delle famiglie in quanto rete sociale primaria alla quale riconoscere capacità e competenze. Nel modello di intervento sono stati centrali dal punto di vista strategico, sia la formazione degli operatori, sia il coinvolgimento delle famiglie e i loro codici teorici e culturali che giocano un ruolo fondamentale nel sistema di valutazione delle situazioni di bambini e adolescenti che frequentano il CCAF: i beneficiari, poveri o benestanti, di famiglie normali o vulnerabili, accedono ai servizi offerti in quanto portatori di diritti, senza differenziazioni preliminari.
Solo nella fase di conoscenza successiva gli interventi sono stati individualizzati a seconda delle storie personali dei singoli soggetti.
È stata formata un’equipe di progetto che ha acquisito nuovi atteggiamenti professionali. Il lavoro quotidiano è stato integrato da momenti di crescita professionale attraverso un costante confronto con gli operatori degli altri Centri per bambini con la partecipazione alle riunioni di servizio organizzate dalla Direzione Municipale per la Protezione dei diritti dei Bambini (DMPDC).
Il Centro per l’infanzia l’adolescenza e la famiglia ha permesso agli appartenenti al nucleo familiare di crescere culturalmente, di acquisire più competenze rispetto ai propri compiti educativi, di riacquistare un maggiore ruolo di soggetto sociale attivo sul territorio.
Nel popoloso quartiere (tra Botanica e Telecentru) in cui è sorto il CCAF rimane elevato il tasso di emigrazione di almeno un genitore, un evento questo che avviene quasi sempre senza preavviso in famiglia e che assume le caratteristiche di un vero e proprio abbandono. Seppure all’interno di un fatto traumatico, questi bambini hanno trovato un appoggio immediato nei loro operatori e i loro nonni hanno ricevuto dal Centro un adeguato aiuto logistico.
Queste considerazioni hanno portato continuamente il progetto ad affinare il tiro degli obiettivi, sempre più definiti sulla base dell’esperienza e delle storie concrete. Nel costruire il percorso per la gestione del Centro con l’Associazione di operatori e famiglie, si sono valorizzate le figure dei nonni, soprattutto quelli che hanno in carico nipoti abbandonati dai genitori, con forme di partecipazione gestionale. Nei servizi alle persone è stata necessaria la capacità di attivarsi e modificarsi in funzione degli stimoli e necessità provenienti dal contesto in cui si opera.
L’articolazione del progetto tra i diversi soggetti coinvolti (minori, giovani, adulti, famiglie, università, istituzioni, associazioni) ha stimolato a pensare a una “coerenza” tra le diverse parti problematizzando la prassi e facendo i conti con i limiti, con la parzialità, col qui ed ora.
Le storie dei bambini si sono intrecciate con la storia dei piccoli fatti quotidiani del Centro: la ristrutturazione dell’edificio che realizzava man mano nuovi spazi, le feste del venerdì, il doposcuola quotidiano, i corsi frequentati dagli adulti, i laboratori di danza e pianoforte, i seminari di formazione, la riunione del lunedì dell’Associazione e così via.
Il primo risultato è stato l’alto numero di adesioni alle proposte del CCAF, sia in termini di iscrizioni che in termini di frequenza giornaliera. A partire dall’ultimo trimestre del primo anno di programma, ogni anno si sono avuti:
Il secondo risultato è stato il lavoro di ristrutturazione dell’edificio – il Centro per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia di Chisinau – e il suo arredamento realizzato da ditte locali in rapporto alle sue finalità educative e di recupero aprendo un complesso di spazi bene amalgamati tra loro: biblioteca, videoteca, ludoteca, sala sportiva per psicomotricità, sala conversazioni, spazio teatrale, sala grafico-pittorica, sala doposcuola, ludoteca prescolare, due aule per lezioni e seminari, sala ping pong, sala danze e discoteca adolescenti, tre uffici amministrativi, una sala computer, guardaroba e ufficio informazioni, camera per guardiano e appartamento casa-famiglia composto di cucina, sala relax, tre camere da letto, ambulatorio, sala pranzo e camera operatori.
Il terzo risultato è stata la formazione di un’equipe qualificata per il Centro, costituita da professionalità create ad hoc dal programma con due rispettivi corsi di formazione professionale di 600 e 400 ore ciascuno: le professionalità tradizionali presenti nella Repubblica di Moldova sono state integrate da qualifiche nuove quali l’Operatore socioeducativo per l’infanzia, l’adolescenza e la famiglia e l’Animatore di comunità, qualifiche presenti nel sistema formativo italiano ma totalmente assenti nel panorama formativo moldavo.
Dopo il periodo di inserimento lavorativo gli operatori e gli animatori hanno goduto di uno stage di lavoro annuale e il loro lavoro è stato integrato da altre figure previste nel progetto, come il medico di famiglia, l’infermiere e due addetti tecnici.
Un altro traguardo importante per la costruzione di una rete integrata di servizi in città è stata la formazione di 30 “pedagogisti organizzatori” in rappresentanza dei diversi centri per minori esistenti in Chisinau.
Il quarto risultato è stata l’apertura della Casa Famiglia all’interno del CCAF, con l’avvio dei programmi di intervento a favore di minori ad alto rischio sociale. Sono stati inseriti 5 bambini in strettissima collaborazione con il Municipio. L’equipe ha lavorato producendo dossier individuali su casi di minori già segnalati alle istituzioni, intervenendo anche a domicilio presso le relative famiglie socialmente vulnerabili con attività di supporto scolastico a casa e sostegno psicopedagogico. La Casa Famiglia del CCAF ha funzionato a pieno regime con i bambini ospitati giorno e notte, e la loro frequenza in scuole vicine.
Il Municipio ha sostenuto le spese per il vitto e in più ha coperto quelle per i consumi di acqua, luce e gas. Grazie a un accordo realizzato tra PRO.DO.C.S. e OIM-Missione in Moldova, sono stati completati acquisti di attrezzature per la cucina e i servizi igienici, e rimodulati alcuni spazi per adattarli alle norme vigenti. Lo sblocco della situazione politica della città, per due anni con la vita amministrativa paralizzata, con le elezioni del nuovo Sindaco, ha permesso di inserire la Casa Famiglia nel bilancio comunale con una piena autonomia gestionale e la possibilità di inserire fino a 11 minori in situazione di rischio. I risultati in termini di recupero delle cinque bambine inserite sono stati notevoli per il buon lavoro dell’equipe, ma soprattutto per il fatto che le bambine hanno potuto usufruire quotidianamente delle attività del Centro, integrando l’esperienza dell’essere ospitate con quella di poter socializzare e interagire con decine di altri coetanei.
La vitalità sul territorio moldavo di PRO.DO.C.S. è stata dimostrata dalle numerose iniziative di cooperazione decentrata con la quale si sono attivate, in concomitanza al suddetto progetto, diverse amministrazioni pubbliche e associazioni culturali italiane per microprogetti socioassistenziali e culturali di vario tipo.
Va sottolineata, in particolare, la collaborazione intrapresa con la Missione di OIM Moldova, la quale si è rivelata essenziale per l’apertura della Casa Famiglia all’interno del CCAF. Dopo la visita al Centro effettuata dal responsabile della Missione OIM in Moldova, Martin Andreas Wyss, la dott.sa Paola Viero del M.A.E. e la responsabile dell’OIM in Italia Teresa Albano, l’OIM ha finanziato i lavori di messa a norma dei locali Casa Famiglia, danneggiati dalla forzata parziale chiusura del Centro nell’inverno 2005.
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