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In questo Paese PRO.DO.C.S. ha realizzato e continua a realizzare programmi di cooperazione internazionale nel settore medico-sanitario, dando priorità al Diritto alla Salute delle popolazioni indigene.
Significativa è stata la scelta dei partner locali, rappresentati dalle due istituzioni di competenza: una statale, il Ministerio de Salud – Unidad Departamental de Salud di Loreto e l’altra ecclesiale, il Vicariato Apostolico di San José del Amazonás di Iquitos, a cui era stata affidata dallo Stato, già in passato, una giurisdizione territoriale rilevante, come unica entità esistente nel vasto territorio amazzonico.
In tale contesto, il Vicariato Apostolico si è sempre relazionato con l’ente amministrativo pubblico offrendo servizi di vario tipo e non solo sanitari, ottenendo riconoscimenti governativi e deleghe specifiche. Per questo, ha costruito il Centro de Salud di Santa Clotilde nel Medio Napo da cui ha dato avvio anche all’allestimento dei presidi sanitari, detti puestos de salud, per i servizi sanitari di base nelle zone periferiche.
Da sottolineare il partenariato stabilito con la Organizzazione Kichwaruna Wangurina (OR.KI.WAN.) federazione specifica di comunità indigene Kichwa Runa dell’Alto Napo, costituitasi a fine 1978. Già a metà degli anni settanta aveva identificato obiettivi prioritari e metodologie condivise per soddisfare i diritti di base e gli interessi delle comunità native federate al fine di migliorarne la situazione di vita.
PRO.DO.C.S., sollecitata da questa federazione e ricevendone richiesta esplicita, ha accettato di realizzare interventi progettuali di cooperazione internazionale nella zona, con l’obiettivo prioritario della Medicina Comunitaria, idoneo a creare le precondizioni minime per un autosviluppo coerente, duraturo e sostenibile nel rispetto dei diritti umani fondamentali quali salute, educazione e alimentazione, a sostegno delle comunità Kichwa Runa, lungo le rive del fiume Alto Napo.
La progettualità realizzata si è innestata, così, nel tessuto culturale e socioeconomico locale rispondendo non solo alla richiesta di garantire un servizio igienico-sanitario e logistico fluviale, ma prestando attenzione anche ad un’altra serie di servizi correlati e di micro progetti atti a garantire il benessere della salute delle comunità.
La Regione di Loreto, ambito territoriale/amministrativo del Dicastero del Vicariato, include l’area di intervento del lavoro di progettazione sanitaria svolto da PRO.DO.C.S. È la zona amazzonica meno sviluppata del Paese; la conca dell’Alto Napo, ai confini con l’Ecuador, è quella abitata dagli indigeni Runa, una etnia di circa 15.000 persone che popola 27 villaggi e vive lungo le sponde del Napo, per un percorso stimato di Km 250. È una zona di estrema povertà, dove la popolazione si dedica alla coltivazione dei campi e alla pesca.
Il Vicariato Apostolico San José del Amazonás ha messo e continua a mettere a disposizione le proprie strutture logistiche a favore del servizio sanitario realizzato da PRO.DO.C.S. sia nella città di Iquitos, capoluogo della Regione, sia nella sua estensione periferica lungo il fiume.
Le azioni svolte insieme tra OR.KI.WAN. e PRO.DO.C.S. hanno gettato le basi per ulteriori sviluppi di partnership legati a microprogetti, tesi soprattutto alla sostenibilità dei servizi sanitari per le comunità Runa e all’autofinanziamento della stessa organizzazione.
È la Sezione VASTO di PRO.DO.C.S. che, attraverso l’esperienza di alcuni suoi soci impiegati nel Programma di Medicina Comunitaria per i Runa dell’Alto Napo, tra il 1988-1995, o in altri programmi di Cooperazione Internazionale nei Paesi in via di sviluppo, ha attivato nel 2002 un gemellaggio con le Comunità Indigene Runa del fiume Alto Napo dell’Amazzonia del Perù ed ha iniziato, in modo costante, un “Sostegno a distanza” ad attività sanitarie richieste dai Rappresentanti degli stessi Runa, in particolare le Campagne di vaccinazione per i minori e la formazione specifica del personale sanitario.
Oltre a portare avanti il partenariato con le comunità peruviane, la Sezione di Vasto, continua ad essere attiva anche sul territorio locale all’interno di una rete di realtà associative, allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza ad una cultura di pace e giustizia e di operare un’attività di fund raising.
Il progetto si propone, fino al 2025, di garantire la sostenibilità dei servizi sanitari di base che PRO.DO.C.S. ha attivato dal 1988 in favore dei Runa, dando priorità alla formazione professionale di risorse umane della popolazione autoctona, tra cui infermieri, laboratoristi e agenti di comunità per affermare il diritto alla salute delle popolazioni indigene.
Si impegna a ridurre la mortalità infantile, migliorare la salute materna organizzando attività di prevenzione e assistenza sanitaria, combattere l’Aids, la malaria e le altre malattie endemiche, formare indigeni selezionati nelle professioni sanitarie.
Le principali attività sono:
– campagne vaccinazione ai bambini in età perinatale e sotto i sei anni
– campagne vaccinazioni per donne in età fertile, assistenza donne in gravidanza
– trattamento nei villaggi dei malati con patologie croniche
– corsi formazione per il personale dei Presidi Sanitari
– follow up per le borse di studio assegnate a giovani indigeni per conseguire un titolo professionale nel settore sanitario
– diffondere e comunicare il funzionamento dei servizi sanitari offerti lungo il percorso del fiume, corsi di formazione per gli agenti di promozione sanitaria dei villaggi sia per organizzare corsi di educazione sanitaria a sostegno della popolazione indigena, sia per gestire kit di farmaci di base e il servizio odontotecnico.
In particolare, si forniscono borse di studio a 4 giovani indigeni Runa: Italo Noteno, Salvi Lanza, Edgar Jota e Mix Grefa (nella foto da sinistra), che stanno studiando rispettivamente Odontoiatria, Ostetricia, Scienze Infermieristiche e Farmacia/Biochimica all’Università della città di Iquitos, capitale dell’Amazzonia peruviana.
Tale aiuto sanitario da sostenibilità ai due progetti cofinanziati dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI)
CEI n.12/2010
Dal 2010 al 2013 è stata realizzata la Micro-rete di coordinamento con il Centro Sanitario di Santa Clotilde, ubicato nella zona del Medio Napo, come unica istituzione sanitaria riconosciuta su questo fiume, in collaborazione con la Organizzazione Nativa Kichwaruna Wangurina in favore della quale PRO.DO.C.S. gestisce il servizio sanitario e le attività proprie della Medicina comunitaria dall’inizio della sua presenza nella zona.
Sotto la giurisdizione del Centro Sanitario di Santa Clotilde vi sono i 5 Presidi Sanitari della zona indigena dell’Alto Napo, allestiti nelle comunità di Angoteros, Campo Serio, Torres Causana, Rumituni, Capo Pantoja da parte dell’autorità sanitaria del Ministero Regionale del Dipartimento di Loreto in Iquitos, che ha delegato la Struttura Sanitaria di 2° livello, cioé il Centro di Santa Clotilde, a selezionare, formare il personale sanitario dei presidi, coordinare le attività di base previste dal Piano Regionale.
Il Ministero Regionale di Sanità ha voluto garantire l’estensione periferica del servizio sanitario alla popolazione indigena, geograficamente dispersa lungo il fiume e lontana dai servizi offerti dal capoluogo della Regione, Iquitos, unico luogo dove è presente un ospedale di 3° livello.
Nei 5 Presidi Sanitari lavorano dieci infermieri indigeni che danno un’assistenza di primo livello agli abitanti delle comunità Runa, garantiscono il primo intervento ai malati e, in caso di necessità, il trasporto dei pazienti più gravi presso il Centro di Santa Clotilde.
Sono stati realizzati:
* l’assegnazione di 4 borse di studio a giovani indigeni selezionati per il conseguimento del titolo di studio universitario nel settore sanitario
* il coordinamento per le attività sanitarie e la partecipazione attiva in tutte le fasi di realizzazione delle attività sul territorio
* la supervisione, l’accompagnamento e il controllo operativo delle attività
CEI n.104/2011
Dei 5 Presidi Sanitari stabiliti dal Ministero della Sanità del Perù, negli anni ’90, PRO.DO.C.S. ha costruito il Presidio Sanitario della Comunità di Campo Serio nell’ambito del progetto di Cooperazione Internazionale cofinanziato dal MAECI, AID n.774.
Il Presidio presente nella comunità di Angoteros è punto di riferimento di tutto l’Alto Napo. Questa comunità è la più popolata, centrale rispetto alle altre, è sede del Municipio e delle scuole elementari e superiori della zona, e quindi, per la sua ubicazione, riferimento per le attività sociali e produttive.
Il Presidio di Angoteros è stato costruito negli anni ’80 ed è stato il primo tra i cinque presenti nell’Alto Napo. Nel corso dei vari anni è stato oggetto di piccole opere di ristrutturazione ma, con l’esplosione demografica della comunità di Angoteros, non era più in grado, con strutture vecchie e deficitarie, di far fronte alle esigenze e necessità sanitarie esistenti e di soddisfare le richieste dell’utenza.
Le risorse messe a disposizione dal Ministero della Sanità Regionale non potevano garantire la copertura delle necessità sanitarie della popolazione indigena, altamente dispersa, con difficoltà all’accesso ai servizi sanitari, in zona di frontiera di estrema povertà, quale quella del fiume Alto Napo e con limitata presenza dello Stato.
Per tali carenze, manifestate specialmente nel settore della manutenzione e ristrutturazione delle strutture sanitarie periferiche, erano pregiudicate per i Runa, sia la possibilità di avere dei punti di riferimento con la relativa consapevolezza del proprio diritto alla salute, sia l’offerta formativa sanitaria e le opportunità di accesso ai servizi sanitari.
I presidi sono, infatti, gli unici luoghi a essere punto di incontro per gli abitanti delle comunità in cui si socializzano consapevolezze, conoscenza dei diritti di base e opportunità di accesso a servizi di primaria importanza.
Per cui PRO.DO.C.S. nel 2011 ha garantito, alla Organización Kichwaruna Wangurina beneficiaria, la ristrutturazione del Presidio Sanitario di Angoteros per far fronte alle esigenze e necessità sanitarie esistenti in loco, e di soddisfare le richieste dell’utenza disponendo di una struttura adeguata.
Si è trattato di un intervento edile necessario una tantum anche per sostenere la progettualità ordinaria che PRO.DO.C.S. svolge in modo multisettoriale nella zona e per assicurare il buon funzionamento del Presidio di Angoteros, che è stato ed è centrale per la Micro Rete di coordinamento dei servizi sanitari attivata per le comunità indigene del fiume Alto Napo.
FONDAZIONE SOLIDARETE capofila con FOCSIV, CGM, ALTROMERCATO
Altri soggetti promotori: CESVI, Aspem e Fratelli dell’uomo, ICU e altri enti con i rispettivi partner locali tra cui GRESP, FENACREP, Aprodes, Adeprospo attraverso un intervento paese multi-stakeholders e multi-dimensionale.
FOCSIV ha affidato a PRO.DO.C.S. il compito di elaborare e accompagnare la parte progettuale relativa alle 12 ONG federate coinvolte, prendendo parte agli incontri di coordinamento con gli altri soggetti promotori per la gestione del progetto dal 2011 al 2013. Ha così supervisionato le attività delle ONG federate per l’avvio di 12 unità di produzione per opportunità di divenire imprese sociali in settori produttivi diversi.
Il progetto consortile ha selezionato e affiancato pratiche di economia solidale emergenti in Perù, fornendo sostegno alle reti di piccole imprese che oggi si configurano come agenti di economia sociale comunitaria e sono costituite da realtà sorte autonomamente o per opera di produttori locali, o per le partnership stabilite tra attori della cooperazione italiana e attori peruviani.
Ha contribuito al miglioramento delle condizioni socio-economiche del Paese, valorizzando sia la pluralità di attori generatori di economia sociale, sia le comunità peruviane immigrate e residenti in Lombardia in una ottica di cosviluppo, impegnandole nel dare impulso ai territori di provenienza, attraverso la creazione, o l’accompagnamento o il potenziamento di imprese locali socialmente orientate (microimprese familiari, associazioni produttive comunitarie, cooperative di produzione).
Ha promosso, così, la crescita di forme di economia sociale nelle zone d’origine dell’immigrazione peruviana, creando occasioni di collegamento, investimento e partecipazione diretta dei migranti nella generazione di fonti di reddito e lavoro nel paese natale. La scelta di operare su due sponde ha favorito cammini di self-reliance nella pluridislocazione transnazionale, valorizzando potenzialità imprenditoriali inespresse su entrambe le sponde. Ha lavorato in dipartimenti differenti del Perù sperimentando metodologie e modelli d’imprenditoria sociale differenziati da zona a zona, confrontati, mutuati e sviluppati dai partner locali alla conclusione del progetto. Un’iniziativa di “co-sviluppo” sperimentata per favorirne la replica anche in altre comunità di immigrati.
La strategia d’intervento è stata caratterizzata dall’incontro di soggetti italiani accomunati da una pluridecennale esperienza di lavoro in Perù, quali attori più significativi nel nostro paese nel campo dell’impresa sociale, del commercio equo e solidale, della cooperazione internazionale e del credito cooperativo.
La prima linea strategica ha messo in relazione le iniziative di self-reliance produttivo sostenute nei villaggi d’origine dei migranti con le sorti e le prospettive di vita di questi ultimi in Italia, nell’intento di allacciare connessioni di lungo periodo, utili ad aprire la possibilità per i migranti di pensare l’investimento, e anche l’eventuale ritorno in patria, come occasioni di rilancio, invece che come soluzione di ripiego del percorso migratorio.
La seconda scelta strategica si è basata sulla “impresa socialmente orientata”, cioé sulla pluralità di piccole forme di produzione associata che operano in Perù come attori di mercato. Sono state promosse così realtà produttive non omogenee tra loro sotto il profilo tipologico e normativo: reti di microimprese familiari, gruppi di produzione informale attivi in campo agricolo, artigianale e dei servizi, associazioni di credito e servizio comunitario, cooperative di produzione, tenendo in conto tre elementi: la propensione al reinvestimento della ricchezza prodotta in ambito comunitario, la vocazione labour intensive e la natura associativa.
Le attività sono intervenute nel campo dell’assistenza tecnica, strumentale e finanziaria interagendo con associazioni di produttori e non con singole aziende, con comunità e non con singole famiglie, nell’ottica di valorizzare cluster, network e potenziali distretti di economia sociale nella convinzione che il rafforzamento dei processi associativi, unito alla formazione e alla professionalizzazione tecnica, contribuisca in maniera significativa alla riduzione della povertà.
La parte progettuale di PRO.DO.C.S. in questo progetto ha riguardato la creazione e il rafforzamento di 3 nuclei produttivi ittici, come Micro-Imprese Sociali Ittiche a livello comunitario, capaci di esercitare la propria leadership all’interno delle comunità indigene Runa, svolgendo un ruolo-guida nell’autosviluppo del proprio contesto sociale, mediante meccanismi di produzione sostenibile in armonia con la cultura locale, soddisfando necessità di base e diritti umani, garantendo la tutela dell’ambiente contro la presenza di agenti esterni.
La controparte ancora una volta è stata la Organizaciòn Indigena Kichwaruna Wangurina” (OR.KI.WAN.) dell’Alto Napo insieme al Centro de Salud de Santa Clotilde del Medio Napo e al Vicariato San José del Amazonás nella Selva Amazzonica.
AID n.774/R dal 1988 al 1995
in partnership con il Ministerio de Salud – Unidad Departamental de Salud di Loreto, con il Vicariato Apostolico di San José del Amazonas di Iquitos e con la Organizzazione Kichwaruna Wangurina (OR.KI.WAN.)
Questo primo programma di cooperazione internazionale, ricondotto per un secondo triennio, è stato rivolto alle Comunità Runa dell’Alto Napo nella Selva Amazzonica del Perù, dal 1988 al 1995, dietro richiesta della stessa Organizzazione Nativa Kichwaruna Wangurina (OR.KI.WAN.) a PRO.DO.C.S.
Il Programma, quale intervento specifico nel settore medico-sanitario, ha coniugato Medicina Comunitaria e Tradizionale, dove quest’ultima differisce da quella definita dalle comunità indigene come “Medicina bianca”, cioè quella occidentale.
La Medicina Tradizionale è quell’insieme di pratiche curative, conoscenze e credenze in materia di salute, che ha origine dagli aspetti socio-culturali e religiosi delle comunità autoctone, che viene tramandata di generazione in generazione, appresa quasi sempre all’interno della famiglia attraverso esperienze, osservazioni personali dirette oppure trasmesse dagli anziani. È affidata alla saggezza dei curanderos.
La Medicina Comunitaria sostiene le dinamiche di autosviluppo proprie della cultura indigena, perché capace di applicare, estendere e rafforzare l’assistenza sanitaria di base, la cosiddetta Primary Health Care, come insieme di interventi di prevenzione e di assistenza idonei a regolare le determinanti principali che concorrono al bene della salute in senso ampio, esulando dal settore prevalentemente sanitario.
L’approccio progettuale ha così inteso promuovere l’autosviluppo delle comunità attraverso il miglioramento delle condizioni di base della loro vita.
Ha accompagnato il percorso di informazione sui servizi sanitari e il coinvolgimento della popolazione locale sul diritto alla salute, e la formazione degli operatori locali a diversi livelli, sia come promotores de salud (promotori di salute) sia come auxiliares de enfermeria (ausiliari di infermeria).
Per tutto questo, il progetto si è avvalso della supervisione professionale e della capacità operativa del Centro Sanitario di Santa Clotilde, unica istituzione sanitaria operante con competenza nella zona del fiume Napo, per offrire strutture sanitarie adeguate alle necessità/esigenze della popolazione indigena.
Insieme hanno garantito luoghi idonei per la erogazione di servizi sanitari e la fruibilità di prestazioni sanitarie, in particolare della formazione all’accesso ai servizi sanitari per tutta la popolazione indigena.
Ai 4 puestos de salud (ambulatori equivalenti a un Pronto Soccorso) già esistenti nella zona per attività di prevenzione, cura e riabilitazione, smistamento dei malati negli ospedali di 2° e 3° livello, ne sono stati aggiunti altri 2 grazie al progetto, installandoli rispettivamente nelle comunità di Rumituni e Campo Serio, qui con annesso un laboratorio di analisi cliniche e odontotecnico.
Per la salute materno-infantile, il progetto ha avuto come obiettivo principale quello di ridurre la mortalità infantile tramite vaccinazioni e prevenzione di diarrea e malattie respiratorie da un lato, e tramite prevenzione e trattamento delle patologie ostetriche dall’altro.
Si è realizzato anche un servizio sanitario del tutto originale ed innovativo, rappresentato dal cosiddetto “barco de salud” (imbarcazione sanitaria), un vero e proprio ambulatorio galleggiante con possibilità di accompagnamento alle destinazioni più appropriate nei casi d’urgenza per malattie più o meno gravi.
Il battello, nei suoi spostamenti/percorsi fluviali lungo le zone più isolate delle varie comunità, ha facilitato, per promotori e ausiliari infermieri, una supervisione igienico-sanitaria idonea ad affrontare anche compiti di rifornimento di medicinali ai presidi dei puestos de salud; di momenti di informazione sui servizi che il Programma stava offrendo alla popolazione e la comunicazione dei corsi di formazione organizzati.
Una delle azioni più significative realizzate è senza dubbio la compilazione organica e la traduzione di un opuscolo di medicina tradizionale in lingua kichwa e la sua pubblicazione dal titolo: “Así sanamos en el Alto Napo”. La raccolta dei disegni è stata curata dagli studenti della scuola secondaria, coinvolti nel lavoro della sua composizione. L’opuscolo è stato utilizzato nei corsi di formazione del personale locale, quale completamento di un percorso informativo/formativo di valenza medico-scientifica. Volontari e personale locale hanno partecipato insieme ai seminari regionali sulla Medicina Tradizionale:
Ha garantito poi, appoggio e consulenza alla federazione delle organizzazioni delle comunità Kichwa Runa per rispondere alle esigenze specifiche da loro intraviste come leve di autosviluppo, durante l’assemblea annuale della Tandarina, anche attraverso la realizzazione di microprogetti sussidiari allo stesso Programma di cooperazione internazionale.
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