07 Nov Presentato il Rapporto sullo stato della popolazione nel mondo 2016
Il 20 ottobre 2016 alle ore 11.00, presso la Sala Stampa Estera di Roma, in via dell’Umiltà 83/C, AIDOS – Associazione italiana donne per lo sviluppo e UNFPA, Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, hanno presentato, in contemporanea mondiale, il Rapporto sullo Stato della Popolazione nel mondo 2016 che, nella realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, raccomanda di considerare il ruolo chiave che svolgono bambine e ragazze nel costruire il proprio futuro, pur alla loro giovane età.
La popolazione mondiale conta ben 1,8 miliardi di giovani, dei quali 125 milioni hanno 10 anni di età. Di questi, le bambine sono oltre 60 milioni.
È quanto emerge dal rapporto UNFPA sulla stato della popolazione nel mondo 2016, presentato insieme all’associazione italiana Donne per lo Sviluppo (Aidos).
Lo studio, presentato in contemporanea mondiale in oltre 100 città, è incentrato sul ruolo chiave delle bambine che oggi hanno 10 anni nella realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Un ruolo “fondamentale”, come sottolineato dal direttore generale della Cooperazione italiana, Pietro Sebastiani, nel suo intervento di apertura. “Siamo in una fase di attuazione degli obiettivi dell’Agenda 2030. Dalle condizioni di vita che saremo in grado di offrire a queste ragazze dipenderà la realizzazione di tali obiettivi”, ha dichiarato Sebastiani, sottolineando come l’empowerment delle donne sia importante per l’attuazione di tutti gli altri obiettivi di sviluppo. L’Italia, ha continuato, “è da sempre impegnata nella sfida dell’uguaglianza di genere. Siamo infatti convinti che le bambine e le adolescenti siano attori fondamentali dello sviluppo sostenibile”. Senza le donne “non c’è sviluppo”.
Sull’importanza di garantire i diritti delle bambine e delle adolescenti per favorire il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo si è soffermata anche Mariarosa Cutillo, chief of strategic partnerships UNFPA. “Questi 60 milioni di bambine sono un capitale umano preziosissimo, che rappresenta il volto del nostro futuro. Se facciamo la scelta giusta, questo capitale potrà fiorire verso uno sviluppo davvero sostenibile”, ha affermato Cutillo. A 10 anni “queste bambine iniziano il viaggio verso l’adolescenza, che le porterà a vedere riconosciuti i loro diritti oppure a essere soggette a violazioni e limitazioni”. Ad oggi, infatti, “quasi 50 mila ragazze ogni giorno sono costrette a matrimoni precoci e una ragazza ogni 10 minuti muore a causa di violenze”. A ciò si aggiunge il numero allarmante di bambine escluse dal sistema scolastico. Circa 16 milioni di loro non avranno mai accesso a un’istruzione.
All’evento è intervenuta anche Sandra Zampa, vicepresidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza. Si è soffermata sulla condizione delle bambine in Italia dove, a partire dal 2008, si è registrato un aumento della povertà che ha colpito molto i minori. Secondo una recente indagine conoscitiva “più di un milione di bambini in Italia vive in povertà assoluta”, ha dichiarato Zampa. Una cifra che “raddoppia se si parla di povertà educativa”. Un settore, quello dell’educazione, in cui Aidos è molto attiva, nella convinzione che “favorire l’empowerment delle donne possa avere un impatto non solo sulla vita delle ragazze, ma anche su quella delle comunità in cui vivono”, come spiegato da Maria Grazia Panunzi, presidente dell’associazione.
Secondo quanto si legge nel rapporto l’89% dei minori con un’età di 10 anni nel mondo vive nelle regioni meno sviluppate. In particolare, uno su cinque vive nei 48 paesi che secondo stime delle Nazioni Unite registrano tra i più bassi livelli di sviluppo. Dei 10 paesi con il numero più alto di minori in questa particolare fascia di età, cinque si trovano in Asia e Pacifico, due in America Latina e Caraibi, uno in Africa centrale e occidentale e uno in Africa orientale e meridionale. Il maggior numero dei bambini e delle bambine di 10 anni di età si trova in India e Cina, che coprono rispettivamente il 20 e 12,3 % del totale mondiale.
Molti di loro, prosegue lo studio, non hanno alcun accesso a un’istruzione, nonostante i progressi riscontrati in questo campo. La situazione è particolarmente grave nei paesi colpiti da conflitti o disastri naturali.